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29/12/2020
Nuove condizioni di Default nel rapporto tra Banca e Clienti

Nel 2021 cambieranno i termini per classificare le inadempienze delle controparti attraverso misure più restrittive e prudenziali

Nell’anno che sta per iniziare assisteremo all’adozione di policy sempre più severe e stringenti nella gestione delle esposizioni creditizie che costituiscono il nucleo della relazione commerciale tra le banche e i loro clienti.

Le nuove regole per definire la condizione di Default che entreranno in vigore a partire dal 1 gennaio 2021, come previsto dall’art. 178 del Regolamento europeo (n. 575/2013 (CRR)) relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento. La disciplina prudenziale applicabile alle banche prevede che ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali minimi obbligatori per le banche e gli intermediari finanziari, i debitori siano classificati come deteriorati (default) al ricorrere di almeno una delle seguenti condizioni:

  • a) il debitore è in arretrato da oltre 90 giorni nel pagamento di un’obbligazione rilevante
  • b) la banca giudica improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente alla sua obbligazione.

La condizione b) è già in vigore e resta invariata, mentre la condizione a) va considerare un debito scaduto rilevante quando l'ammontare dell’arretrato supera entrambe le seguenti soglie:

  • i. Esposizioni verso le imprese Corporate (esposizioni superiori a 1 mln di euro)
    • Componente assoluta 500 euro
    • Component relativa 1% dell’esposizione complessiva
  • ii. Esposizioni verso le PMI (esposizioni inferiori a 1 mln di euro)
    • Componente assoluta 100 euro
    • Componente relativa 1% dell’esposizione complessiva

Superate entrambe le soglie, prende avvio il conteggio dei 90 (o 180 per le amministrazioni pubbliche) giorni consecutivi di scaduto, oltre i quali il debitore è classificato in stato di default. Successivamente, lo stato di default permarrà per almeno 90 giorni a partire dalla regolarizzazione dell’arretrato da parte del cliente nei confronti della banca, per adempiere al pagamento o rientrare dallo sconfinamento di conto corrente.

Inoltre, le compensazioni tra le diverse esposizioni del debitore nei confronti della banca non sono ammissibili. Infatti, l’Autorità Bancaria Europea ha dichiarato inaccettabile la possibilità di compensare gli importi scaduti con altre linee di credito non utilizzate dallo stesso debitore. La banca, quindi, sarà tenuta a classificare l’impresa in default anche nel caso in cui questa abbia linee di credito ancora disponibili con la stessa banca.

Infine, oltre all’automatico default di tutte le esposizioni in essere del cliente nei confronti della stessa banca nel caso in cui si manifestasse l’eventuale default anche solo di singola esposizione, subentra l’effetto contagio per cui le banche sono chiamate a censire le connessioni economiche e giuridiche tra i proprio clienti, in modo da identificare i casi in cui il default di un’impresa possa ripercuotersi negativamente sulla capacità di rimborso di altre ad essa connesse.

Il cambiamento in atto va, potenzialmente, a condizionare sia il sistema bancario che la singola impresa o il gruppo del quale fa parte, poiché oltre a generare un’inefficienza in termini di NPL per l’istituto bancario, va a generare un effetto a catena verso l’impresa coinvolta. Il processo di segnalazione alla Centrale Rischi rimane invariato, ma cambia a monte il processo di vigilanza, controllo e intervento correttivo sulle condizioni ritenute a rischio secondo i criteri precedentemente esplicitati.

Le imprese sono chiamate, quindi, in primis a un’autovalutazione delle proprie capacità di generare profitto, affinché possano essere in salute attraverso una gestione performante del proprio flusso di cassa e della propria tesoreria, per avere una reale percezione della dimensione del fabbisogno finanziario periodicamente. La situazione diventa ancor più delicata nel caso in cui si tratti di un gruppo di imprese, in cui il default di una potrebbe propagarsi di fatto a tutto il gruppo anche se le altre risultano essere in bonis.

La soluzione preventiva a questo genere di scenari negativi che potrebbero purtroppo verificarsi risiede nel buon senso delle proprie azioni e nella corretta gestione finanziaria delle proprie risorse, sia da parte della banca, che dalle imprese con le adempienza alle quali sono chiamate a rispondere nei tempi e nelle modalità previste a monte, adoperandosi tempestivamente affinché siano presenti o arrivino per tempo le coperture necessarie. Da qui un invito a tutta la clientela ad adottare un approccio manageriale alla pianificazione e previsione di scenari che potrebbero presentarsi, individuando insieme, sulla base del rapporto di fiducia che sussiste tra Banca e Cliente, le migliori soluzioni per il benessere di entrambi.

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